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venerdì 22 luglio 2022

Basterà pensare


Si può perdere la testa per un sorriso.
Un sorriso che ha squarciato un viso cupo ed il mio cuore ha perso il controllo. Ha vergognosamente iniziato a delirare, zompando da una parte all'altra del corpo, insistendo soprattutto su stomaco e gola.
Quel suo sorriso ha illuminato l'interno di quell'apetta scura e tutt'attorno non mi sono più accorta di nulla. Cieca e sorda. Denti ben allineati e bianchi. Come a teatro, l'improvvisazione. Quel sorriso ha improvvisato la morte, la mia. Non sapevo se il cuore avrebbe retto, in effetti.
Anestetizzata in ogni parte del corpo. Tranne gli organi interni. In iperventilazione, il petto era pesante come una lastra di marmo. La deglutizione della saliva risultava eccessivamente complessa. Gli occhi fissi a guardare quella bocca e la luce che rimandava al suo sguardo, fisso sul mio. Non più serio ma abbagliante, per la prima volta dopo molto silenzio.
Non sentivo la lingua, dunque non credevo di riuscire, in effetti, ad articolare parole sensate. Quindi ne ho dette poche e poi dovevo correr via e sentivo addosso il fastidio di quell'interruzione così rapida ed imminente mentre io avrei solo voluto avvicinarmi a quel volto e abbandonarmici, almeno fin quando il mio corpo non avesse ripreso possesso di sé.
Ed in un attimo io avevo di nuovo 15 anni precisi. Compiuti in quell'istante.
Lo stomaco mi diceva "credo che tu debba vomitare: non le reggi queste emozioni, non le provi da un'eternità" -
"Non posso vomitare ora..magari tra 10 minuti, quando ormai sarò lontana ma ora no, per favore -
" Io credo proprio che tu vomiterai tra poco. Iniziamo col non sentire più le gambe, un pizzico di capogiro, deglutizione accelerata, sudore freddo e amen, ragazza mia!"
" Provo con la respirazione. Mi concentro e mi calmo."
"Come ti sei ridotta...da quanto tempo non ti sorridevano così, da quanto tempo non ti guardavano in questo modo. Quanta rassegnazione, ormai. E guarda qui ora in che stato sei, alla tua età, peraltro. Credimi, non insisto con la faccenda del vomito solo perché io ti trovo davvero bella. Hai gli occhi grandi, lucidi e persi. Non sai dove guardare né quanto a lungo. Fari spalancati e dalla gioia incontenibile e spaventata. Una gioia terrorizzata."
Cercando di rimettere al loro posto gli organi interni, salutavo quel volto e mi allontanavo dalla sua visuale fino a diventare un puntino irriconoscibile nell'azzurro mare.
Non ricordo quali furono le mosse successive: in automatico il mio cervello aveva smesso di funzionare e non c'era una sola cosa razionale che la mia mente riuscisse a partorire. Guardavo le onde, di spalle al mondo circostante, interamente fuori fuoco. Voci ovattate ed ombre, quasi come prima di svenire ma mai sono svenuta. Il mare lo vedevo benissimo, invece: cristallino, d'un azzurro sgargiante e mi cullava e mi parlava. Mi sussurrava che quell'emozione me la sarei portata nel cuore per sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta e mi ringraziava, il mare. Si, lui ringraziava me per averlo reso testimone del disfacimento totale di questa fastidiosa testa, che troppo ha ragionato e troppi felici turbamenti ha seppellito con vigore, fin giù, fino al centro della terra. Il punto più rovente che brucia ogni passione.
(Quel sorriso la seguì per qualche tempo e allora decisero di volersi bene e di tenersi stretti per un pò, perché in ogni abbraccio la realtà svaniva, in ogni espressione vi era scritta una pagina d'amore e ad ogni bacio, i loro mondi così distanti, finalmente si univano.
Lei gli odorava i capelli morbidi, lui le stringeva la mano e non la lasciava più. Lei lo ringraziava perché con lui non pensava al buio, lui quel buio lo vedeva e lo respingeva per farla sentire a suo agio, sempre.)
Questo racconto non ha una fine.
Non vissero felici e contenti né si separarono mai del tutto.
Rimasero, d'improvviso, in sospeso tra amore e malinconia, tra sogno e realtà, tra timori da vincere e possibilità ancora da esplorare.
Qui la fine non esiste e forse mai esisterà. E se anche dovesse sopraggiungere, basterà ricordarsi di quel giorno in cui il bagliore del mare illuminava gli animi di un uomo ed una donna fuggiti chissà dove pur restando fermi mentre, in un istante, tutto il mondo scompariva e su un piccolo lembo di terra erano solo loro due, ad esistere.

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