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giovedì 15 settembre 2016

Spògliati ancora.

A Tiziana Cantone, uccisa dall'ipocrisia.


Non ho nessuna idea di chi tu fossi. Non ho riflettuto neppure per un attimo sul perché di alcune tue personalissime scelte.
Era il tuo corpo e potevi farne qualsiasi cosa desiderassi senza dover dare conto a nessuno, senza dovertene vergognare.
Non so spiegarti come mai coloro che non si indignano davanti a nulla e che vivono nel tradimento e nella putrefazione dei valori, oggi ti condannino tanto, fingendosi sconvolti.
Perdonami se come donna non so dirti cosa abbia fatto sì che venissi tradita e abbandonata alla sentenza più tremenda sputata da bocche sguaiate di un popolo egocentrico ed ipocrita.
Perdonali,se ti hanno usata per nascondere le loro becere frustrazioni ed i veri disonori che collezionano da chissà quanti anni oramai, fingendosi puri ed integri magari a tavola con la famiglia riunita in preghiera a Natale o con un ti amo blaterato sbadatamente solo ed esclusivamente dopo una premura soddisfacente.
Vorrei farti tornare qui, stringerti teneramente a me e dirti che non hai alcuna colpa e che se fino a pochi minuti fa conoscevo solo la forma di quel tuo corpo splendido ora ne conosco l'infinita fragilità ed un legame imprescindibile con una coscienza dominante ed una paura aberrante.
Non hai retto la pugnalata.
La colpa è stata loro.
Non so se potrai perdonarli.
Io non ne avrò mai il coraggio. Insegnami come si fa, se riesci.
Ora ti chiedo un favore, da donna a donna, ti prego, dedica loro da lassù un ultimo tuo spogliarello: stràppati di dosso quei luridi stracci di parole e bestemmie di cui ti hanno ricoperta e se puoi, se trovi la forza, anche solo per un breve istante, abbi misericordia.