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lunedì 10 aprile 2017

Con soli 10 euro di benzina ed un'utilitaria.

Questa mattina la sveglia ha suonato nella Capitale d'Italia e mi sono svegliata adagio come sempre con la pressione a zero e le volontà confuse: ero nel mio mondo impenetrabile. Riprendendo pacatamente confidenza con la realtà umana e solo dopo aver baciato amabilmente questo curioso musetto che mi ama da 9 anni ho fatto colazione con indolenza disarmante, mi sono preparata come una bella 33enne che si gode il bel mezzo del cammin di sua vita ed una volta salita in macchina, con la spia della benzina ahimé già rossa, sono arrivata con la mia bionda preferita sino in Messico: foto in allegato come prova per voi, miscredenti.
Nel paese di Frida faceva molto caldo e l'ho incontrata: mia amata, adorata di cui tutto so. Ci eravamo date appuntamento. Ci siamo guardate a lungo e ci siamo fatte dei selfie ricordo. Dato il suo fascino aveva un pò di gente attorno per cui ho tolto il disturbo e sono andata via da casa sua, certa di ritrovarla a casa mia di lì a poco sulle pareti, tra i libri, nella calamita sul forno, sul ciondolo della catenina, sulla spilla della giacca, sul dipinto regalatomi da mio padre.
Ovunque tracce di lei...
Rapidamente a piedi, prima di raggiungere inaspettatamente il Marocco, con la bionda del mio cuor ho preso un caffè a Roma - poiché è certo che per il caffè si resta in Italia. Non si viaggia!- in una piazza affollata, assolata, antica, meravigliosa. Abbiamo visto un balcone che se la comandava prepotentemente e conteneva in sé tutta la vegetazione della città -foto in allegato per voi increduli-, camerieri caciaroni con la ridarella in pausa prima del pranzo per i turisti viziati e mal vestiti, vicoli tanto belli da lasciare la mente annebbiata, il giusto numero di persone a passeggiare e vampate di profumo di cibo romano.
Ci siamo poi salutate poiché lei aveva appuntamento nell'antica Roma a cui si giunge tramite una scalinata magica ed io, dalla strabiliante piazza romana volevo tornare nella mia abitazione per un breve riposino. Il caldo mi spossa.
Ed ecco che nel raggiungere la macchina mi ritrovo improvvisamente in Marocco, come accennavo poco fa. Non credevo ci fosse il Marocco dietro Via Giulia. Non potevo non fermarmi.
Valico il confine, non serve alcun documento: mi è bastato un "permesso, posso?". Che dogana gentile!
Dentro vi trovo angoli di eleganza israeliana, i colori vivi della Turchia e fantasia olandese. Che trambusto, quanti colori, che odori, che sapori, quanta luce, quanto incanto! Ero in visibilio. Ed è stato in Marocco che ho scattato una foto ricordo per un mio caro amico innamorato di questa terra profumata e misteriosa -foto in allegato per voi scettici- e dopo una buona mezz'ora ho pensato fosse giunta l'ora di tornare in Italia quindi sono uscita dal Marocco: piede destro, piede sinistro, piede destro e hop, eccomi in Italia, a Roma, di nuovo.
Entro in macchina e il calore mi teletrasporta nel Sahara. Amici, stavo per lasciarci la pelle: non ero vestita adeguatamente per le dune ma per fortuna in testa avevo un turbante francese in seta pregiata che teneva fresche le mie tempie. Ho visto l'asfalto evaporare ed i cammelli ringraziarmi per la precedenza alle rotatorie.
Sono pur sempre ancora alla ricerca del fenicottero rosa, della giostra calcinculo, del pavone rabbioso e dell'amore fatto uomo, che non sia mio padre.
Esisterà?



Io e Frida durante il nostro incontro, foto ricordo: lei splendidi fiori freschi sulla testa ed io un turbante a fascia in pregiata seta francese.
Devo ricordarmi di inviarle questa foto.
Il balcone romano che sembrava dire: "Qui comando io. Chiaro?"
Io in Marocco. Foto ricordo per un caro amico che ama questa terra preziosa e misteriosa.

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