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domenica 23 aprile 2017

Ad un luogo.

M' hai aspettata per anni in silenzio perchè
sapevi sarei stata io a trovarti.
Quando sono finalmente giunta alla tua porta mi hai guardata dapprincipio guardingo con grandi occhi interrogativi.
E poi da vicino. Molto vicino.
E quando anche io sono inciampata nelle tue pupille, credimi, lì ho pensato che quella fosse l'ultima volta in cui la mia vista avrebbe avuto un senso.
M' hai parlato e la tua voce non era voce ma musica ambigua eppur lieve, note miste frastagliate, sinfonie dai colori pastello e subito dopo accesi e sanguigni,
un vento lieve ma freschissimo, quando non te lo aspetti, il 17 di Agosto, o forse il 19 o il 21.
E ancora m'hai abbracciata e non sentivo più nulla attorno, neanche il tempo di un 3, 2, 1 e già mi avevi anestetizzata in ogni parte del corpo.
Poi m'hai presa per un braccio ed è stato un girare perpetuo di danza dimenticata.
Passi falsi ma perfetti in un volteggiare sconvolto da passione antica.
Non sentivo più le vertigini dell'immobilità.
M'hai baciata e quel sapore m'ha detto ogni cosa di me.
Anche ciò che non avrei voluto sapere o rievocare.
Mi hai costretta a quelle labbra, felice fossi finalmente inerme.
Non chiedetemi cosa ho, non domandatemi di quale droga m'abbia sfamata.
Ho un gran mal di mondo dentro,ora.
Non riesco a prender sonno.
Allora, ascoltate: facciamo che mi cambio, indosso quelle scarpe rotte e mi faccio almeno 7 chilometri di corsa ora, di notte, col gelo che taglia i capelli.
Avrò forse le idee molto meno screpolate e saprò spiegarvi cosa è accaduto.
Sospendete il giudizio per un secondo.
Un altro ballo turbinoso.
Disarmata, ancora una volta,
è così che voglio sentirmi, vi prego.
Di spalle al dirupo non ho più paura di cadere all'indietro.
Rincorretemi pure, se mi credete folle.
Quel sapore mi ha narrato la Libertà.

lunedì 17 aprile 2017

Ciao còre!

Vi racconto la mia splendida pasquetta 2017. 
Febbre da diversi giorni e fin qui nulla di nuovo. Dopotutto in seguito all'incontro con l'esorcista durante la festosissima vigilia di Natale mi aspettavo una Pasqua somigliante. 
Ma no, carissimi. Non è questo l'aspetto peggiore, che oltretutto è stato reso migliore dalla visione di una serie di film e documentari gustati in santissima pace e da una cheescake nutella e fragole cucinata da mia madre la quale vi prego di avvertire urgentemente che tra poco mi ricoverano per diabete fulminante.
Quindi ancora una volta no, non è la febbre e il mal di ossa/gola/testa, l'aspetto peggiore di questa festività che voi trascorrete su prati assolati, attorno a tavole imbandite, con amici e parenti, con cani e gatti, con cibo che rende felici solo alla vista inviando tanti di quei selfie che sembra qualcuno vi abbia detto che da domani scompariranno i cellulari dunque "scatenatevi oggi!".
No. Ebbene neppure questo è l'avvenimento più terrificante.
L'aspetto più grottesco è che stamattina io vengo svegliata all'alba da grida umane. Apro piano gli occhi certa di essere ancora protagonista di uno dei miei soliti sogni inenarrabili. Tuttavia ero uscita dal sogno. Quell'istante era ahimé reale. Con la capoccia ancora sotto le coperte, il naso chiuso e solo i capelli che fuoriescono a mò di piovra sul cuscino, realizzo che le urla provengono dal basso e dall'alto. Sono corali e confuse. Non distinguo le parole di un evidente litigio, anzi, di due evidenti litigi quindi mi adopero per bene e con una mossa degna del ninja più gagliardo faccio uscire da sotto la coperta solo l'orecchio destro.
Ora distinguo. Ora ricostruisco le storie.
Al piano di sopra.
Lui :" Ma ti pare? Dai, t'ho fatto l'ovetto! Amò io non c'ho nessun'altra, ti stai inventando tutto, sei paranoica, ma che stai a creà!? Ho solo te, smettila! Ma stai fuori?"
Lei:" Non è vero, sei un bugiardo! Proprio oggi che è festa! L'uovo non lo voglio, regalalo a quell'altra! Ti butto fuori di casa a te e alle uova di merda che oltretutto sai che non mangio la cioccolata, idiota!"
Lui:" Ma da quando non la mangi?"
Lei: " Da sempre, demente. Forse eri troppo concentrato sui gusti dell'amichetta! Sei come tua madre!"
Al piano di sotto.
Lui:" No, non mi dire che credi ai messaggi di Fulvio! Ma sta giocando, lo sai com'è fatto!!! Ma ti pare che vado con quelle per strada se ho te!"
Lei:" Cosa? Se hai me??? Ah perché io sarei come una di quelle???"
Lui: " Ma no m'è uscita male. Era per dire che non ho alcun bisogno. Tu mi dai tutto, anche a letto. Ci divertiamo un sacco, no?"
Lei: " Ci divertiamo? Cosa sono? Un oggetto???? Bella Pasqua di merda! Sei un imbecille senza speranza!"
Guardo il mio amore, lei guarda me poi rimette il musetto sotto il suo lembo di copertina rosa come a voler dire "seee, ciao còre!".
Come darle torto.
Io riporto dentro l'orecchio destro, richiudo piano gli occhi, ritrovo la mia posizione comoda tra le coperte soffici che profumano di bucato, sorrido e penso:
"che la Libertà sia lodata!"
Auguri a tutti i singles non pentiti.


lunedì 10 aprile 2017

Con soli 10 euro di benzina ed un'utilitaria.

Questa mattina la sveglia ha suonato nella Capitale d'Italia e mi sono svegliata adagio come sempre con la pressione a zero e le volontà confuse: ero nel mio mondo impenetrabile. Riprendendo pacatamente confidenza con la realtà umana e solo dopo aver baciato amabilmente questo curioso musetto che mi ama da 9 anni ho fatto colazione con indolenza disarmante, mi sono preparata come una bella 33enne che si gode il bel mezzo del cammin di sua vita ed una volta salita in macchina, con la spia della benzina ahimé già rossa, sono arrivata con la mia bionda preferita sino in Messico: foto in allegato come prova per voi, miscredenti.
Nel paese di Frida faceva molto caldo e l'ho incontrata: mia amata, adorata di cui tutto so. Ci eravamo date appuntamento. Ci siamo guardate a lungo e ci siamo fatte dei selfie ricordo. Dato il suo fascino aveva un pò di gente attorno per cui ho tolto il disturbo e sono andata via da casa sua, certa di ritrovarla a casa mia di lì a poco sulle pareti, tra i libri, nella calamita sul forno, sul ciondolo della catenina, sulla spilla della giacca, sul dipinto regalatomi da mio padre.
Ovunque tracce di lei...
Rapidamente a piedi, prima di raggiungere inaspettatamente il Marocco, con la bionda del mio cuor ho preso un caffè a Roma - poiché è certo che per il caffè si resta in Italia. Non si viaggia!- in una piazza affollata, assolata, antica, meravigliosa. Abbiamo visto un balcone che se la comandava prepotentemente e conteneva in sé tutta la vegetazione della città -foto in allegato per voi increduli-, camerieri caciaroni con la ridarella in pausa prima del pranzo per i turisti viziati e mal vestiti, vicoli tanto belli da lasciare la mente annebbiata, il giusto numero di persone a passeggiare e vampate di profumo di cibo romano.
Ci siamo poi salutate poiché lei aveva appuntamento nell'antica Roma a cui si giunge tramite una scalinata magica ed io, dalla strabiliante piazza romana volevo tornare nella mia abitazione per un breve riposino. Il caldo mi spossa.
Ed ecco che nel raggiungere la macchina mi ritrovo improvvisamente in Marocco, come accennavo poco fa. Non credevo ci fosse il Marocco dietro Via Giulia. Non potevo non fermarmi.
Valico il confine, non serve alcun documento: mi è bastato un "permesso, posso?". Che dogana gentile!
Dentro vi trovo angoli di eleganza israeliana, i colori vivi della Turchia e fantasia olandese. Che trambusto, quanti colori, che odori, che sapori, quanta luce, quanto incanto! Ero in visibilio. Ed è stato in Marocco che ho scattato una foto ricordo per un mio caro amico innamorato di questa terra profumata e misteriosa -foto in allegato per voi scettici- e dopo una buona mezz'ora ho pensato fosse giunta l'ora di tornare in Italia quindi sono uscita dal Marocco: piede destro, piede sinistro, piede destro e hop, eccomi in Italia, a Roma, di nuovo.
Entro in macchina e il calore mi teletrasporta nel Sahara. Amici, stavo per lasciarci la pelle: non ero vestita adeguatamente per le dune ma per fortuna in testa avevo un turbante francese in seta pregiata che teneva fresche le mie tempie. Ho visto l'asfalto evaporare ed i cammelli ringraziarmi per la precedenza alle rotatorie.
Sono pur sempre ancora alla ricerca del fenicottero rosa, della giostra calcinculo, del pavone rabbioso e dell'amore fatto uomo, che non sia mio padre.
Esisterà?



Io e Frida durante il nostro incontro, foto ricordo: lei splendidi fiori freschi sulla testa ed io un turbante a fascia in pregiata seta francese.
Devo ricordarmi di inviarle questa foto.
Il balcone romano che sembrava dire: "Qui comando io. Chiaro?"
Io in Marocco. Foto ricordo per un caro amico che ama questa terra preziosa e misteriosa.

martedì 4 aprile 2017

Fatela finita.

Ho visto un petto maschile depilato con peli in ricrescita speranzosa (si, perché loro spererebbero di non essere decapitati!) Di quei peluzzi piccoli e corti corti che pungono proprio assai, come ape sulla punta del naso mentre si dorme e si sogna un posto felice lontano mille miglia dal rasoio in mano ad un uomo che ancora non sa chi è e se ne compiace. Si, proprio peluzzi, di quelli intoccabili, inguardabili, intollerabili, illegali, ingiusti, inverosimili ed ignobili. 
Ho sentito cadermi a terra braccia gambe e occhi. 
Ho implorato, supplicato, domandato PERCHE'??????????
Ho sentito un fastidio esistenziale che mi ha bucato lo stomaco e ha spinto sullo sterno con conseguente dolore faringeo tracheale. Non so cosa ho detto.
Fatto sta che quella visione ha destato in me conato, brividi, sensazione di febbre improvvisa, vertigini, panico, bipolarismo fulminante, un accenno di schizofrenia, paura e obbrobrio, dubbi e angosce antiche, dilemmi inesplorati e certezze insostituibili.
Ora chiuderò gli occhi ed al mio 3 quel simil petto sarà di nuovo un normalissimo, comunissimo, anonimissimo, volgarissimo, villosissimo, virilissimo, selvaggissimo petto maschile e non una schiena di riccio.
Uno...due...tr.....noooooooo, le sopracciglia noooo!!!!!