Dunque, fermati per un attimo ed ascoltami, non ci siamo.
Io ti avevo chiesto il diluvio ma non mentre ero a lavoro.
Si, ho cercato riti magici, ho tentato di ballare a testa in giù ed ho cantato canzoni alla rovescia ma tu non sei stata particolarmente avveduta.
Ora, non vorrei sembrarti incontentabile ma io desideravo che tu detonassi in un altro momento, Natura, mi comprendi?
Ti spiego: se tu mandi all'aria un grande evento all'aperto, costringi la gente a ripararsi al chiuso, dove io mi trovo.
E tu sai bene che la calca è volgare.
Non posso tollerarla. Non rispetta mai lo spazio prossemico.
E' una folla tenace che non demorde ma si rifugia, invadendomi.
Inoltre, se posso permettermi, hai commesso un errore decisamente gravissimo, non da te.
Cos'è, eri forse soprappensiero?
Sei esplosa mentre mi trovavo lontana dalla mia cucciola.
Ma sul serio devo ricordarti ogni santissima volta che ha paura e ha bisogno di me quando ci sei te?
Quindi ricapitolando mi hai lasciata nella grossolana folla, lontana da lei.
Per carità, io ti sono immensamente riconoscente per l'ascolto e la tua presenza non nego mi abbia commossa ma ritenta, già da ora, se vuoi, fino a domani alle ore 16.
Rimembra: io devo essere a casa con la mia cucciola. Non chiedo molto altro. I balconi li ho già lavati.
Anzi, già che ci siamo, perdona la mia impudenza. Un'ultima cosa. Ma questa devo dirtela all'orecchio perché vale più della pioggia e se stavolta mi accontenti come si deve ti prometto qualcosa di grande: scegli tu.
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