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venerdì 13 gennaio 2017

Smettila.

La devi smettere di prendermi alla sprovvista.
Soffro di tachicardia e pressione bassa.
Non amo le sorprese.
Mi si stringe lo stomaco anche per cose di poco conto.
Soffro di attacchi di panico e vertigini. Mi conosci, lo sai bene, quindi, te lo ripeto, con tutta la calma che possiedo: se io cammino e sono sovrappensiero ( e non fare la vaga perché tu lo sai benissimo che io sono sempre sovrappensiero quando cammino) non posso avere continuamente l'ansia di svoltare un angolo qualsiasi e vederti apparire così, senza un minimo di preavviso.
Mi farai morire di crepacuore.
Roma, piantala. Una volta per tutte.




(...qualche giorno dopo....)

Mi hai rifatto lo scherzetto. Anche stavolta camminavo e ti sei accorta di quanto fossi distratta, vero? Ammettilo. Lo hai fatto apposta e ora ti immagino sorridere come una ragazzina dispettosa che sa che sarà perdonata ma non prenderci gusto. Già ti ho detto mille volte che mi sento male e non si gioca con le aritmie. Devo andare a lavoro, sono di corsa, ora non posso restare. Sei impunita e vanesia perchè sai bene che poi mi fermo a bocca aperta a fissarti.
Roma, falla finita perfavore. Non sei affatto divertente.

































(qualche giorno dopo....)

Ascoltami attentamente: io ho provato Tavor, Prozac e Xanax. Nessun effetto.
Ho tentato l'ipnosi ma il medico non c'è riuscito mentre tu ci riesci tutti i giorni a qualsiasi ora.
Ho provato ad ignorarti fallendo pateticamente.
Mi sono messa un paraocchi ma anche i cavalli ridevano di me.
Ho indossato i miei occhiali da sole, hai presente, quelli che metto quando non voglio contatti con nessuno, neppure con te ma sei riuscita a farmeli togliere.
Ho pensato a tutti i paesi che ho visitato e agli infiniti tramonti a cui ho assistito a bocca spalancata.
Mi sono concentrata sui colori dell’alba e sulla sua inconfondibile sfumatura dal colore freddo. Meravigliosa, non trovi?
Ecco, si, arrivo al punto: non puoi essere gelosa e arrabbiarti come il pavone che dal nulla ti regala 180 gradi di maestosità. No, non puoi.
Io sono tua, lo sai. Sono tua da sempre. Basta con queste scenate di gelosia!
Capisci? Non esisti solo tu. Io ho anche bisogno di meravigliarmi per tanto altro e tu sei di un’arroganza impareggiabile.
No, non dire che non lo fai apposta. Ti ci impegni proprio, a farmi prendere questi colpi.
Ora spiegami che bisogno c’è di essere sempre tanto irreale e solenne.
Piantala, Roma. Piantala.
















- È prontooo! A tavolaaa!-
- Mammì, me manca la finestra de mezzo!-
- Sbrigati! Nonna ha fatto la parmigiana!-
- Scendo.-


 

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