Aprite dolcemente gli occhi. Alzate lentamente le palpebre. Sentite le pupille restringersi e accorgetevi di quella sensazione. Siete rinati.
Ogni giorno rinasciamo. Oggi siete nuovi e diversi da ieri e da domani. Si, oggi potete
ricominciare daccapo, evitare gli errori, dire ciò che non avete detto e
trovare un nuovo coraggio.
Non prendete in mano il cellulare. Non
ce n'è alcun bisogno a meno che non stiate seguendo da vicino una
situazione dai risvolti gravi e improvvisi.
Fissatevi un pò a
guardare il soffitto prima di muovere qualsiasi altra parte del vostro
corpo. Soffermatevi sul pensiero di questo miracolo: siete vivi, respirate, il cuore batte e il vostro corpo c'è e pesa abbandonato sul letto. Sentite il peso dei
muscoli senza opporre resistenza alcuna. Fidatevi del materasso che vi
tiene.
Non toglietevi subito le coperte di dosso ma abbandonate il calduccio poco a poco. Datevi tempo senza traumi.
Ascoltate il bisogno del risveglio. Ascoltate la vostra esigenza di lentezza. Alzatevi piano per evitare spiacevoli giramenti di testa.
Poggiate i piedi scalzi sul pavimento posando la pianta intera.
Sentite di esserci. Se avete un animaletto che dorme con voi salutatelo,
dategli il buongiorno e ringraziatelo di esistere. Fermatevi qualche
secondo a guardarlo mentre mordicchia la sua coda o mentre sbadiglia
insieme a voi.
Non alzatevi subito dalla posizione in cui siete:
piano, indossate qualcosa di caldo a portata di mano, come una vestaglia
di ciniglia o un soffice maglione largo e senza costrizioni. Tre taglie in più della vostra possono andare bene.
Infilate i
piedi nelle pantofole miti, legate i capelli se vi danno fastidio e
lentamente sgranchite collo, braccia, polsi, mani, gambe e piedi.
E' il momento di alzarsi.
Si, tirate su le serrande ma non accendete la
tv. Concedetevi un filo di musica e non pensate a chi, prima del risveglio vi ha scritto/cercato/pensato. Ora non ne avete bisogno. Questo è il vostro momento. La mattina vi ha partoriti e dovete
prendervi cura di voi.
Calma, esercitatevi a mantenere quel respiro
profondo e lento che vive nel ventre , preparate un tè caldo e magari, seduti sul
divano, mentre il vostro animaletto mangia la sua colazione, fermatevi a
contemplare ciò che c'è fuori dalla vostra finestra . Sempre
la stessa veduta? No, ogni giorno qualcosa cambia, anche fosse solo il
ballo delle foglie a seconda del vento. Pensateci. Non datelo per
scontato. Voi siete parte di tutto questo.
Ogni problema sarà
risolto, chi vorrà tornare lo farà senza bisogno di correggere il vostro
personale progetto di vita, chi chiuderà la porta per sempre sarà ben
presto dimenticato e perdonato.
Le difficoltà le supererete con la
pazienza e la forza di cui siete capaci. Se pensate di non essere forti
abbastanza forse siete solo poco decisi. Convincetevi, siate coerenti,
desiderate ardentemente.
Non dimenticate di dare ciò che vorreste
ricevere e fatelo senza aspettarvi mai nulla in cambio se non una
delicata e nobile espansione della vostra stessa rara umanità che al
momento giusto non passerà inosservata e porterà con sé un carico di
benessere inimmaginabile.
Ecco, sta iniziando un nuovo giorno.
Indossate un sorriso seppur finto, ma indossatelo. Ci farete l'abitudine e magicamente diventerà sincero.
Respirate con la pancia.
Va tutto bene.
Siete nei pensieri di chi vi ama e quindi siete al sicuro.
https://www.youtube.com/watch?v=Q4oInT79CUk
...che poi magari accade il miracolo per cui qualcuno si sentirà meno solo. Vassapé. FB: @aldiladelloltreancora
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lunedì 23 gennaio 2017
venerdì 13 gennaio 2017
Smettila.
La devi smettere di prendermi alla sprovvista.
Soffro di tachicardia e pressione bassa.
Non amo le sorprese.
Mi si stringe lo stomaco anche per cose di poco conto.
Soffro di attacchi di panico e vertigini. Mi conosci, lo sai bene, quindi, te lo ripeto, con tutta la calma che possiedo: se io cammino e sono sovrappensiero ( e non fare la vaga perché tu lo sai benissimo che io sono sempre sovrappensiero quando cammino) non posso avere continuamente l'ansia di svoltare un angolo qualsiasi e vederti apparire così, senza un minimo di preavviso.
Mi farai morire di crepacuore.
Roma, piantala. Una volta per tutte.
(...qualche giorno dopo....)
Mi hai rifatto lo scherzetto. Anche stavolta camminavo e ti sei accorta di quanto fossi distratta, vero? Ammettilo. Lo hai fatto apposta e ora ti immagino sorridere come una ragazzina dispettosa che sa che sarà perdonata ma non prenderci gusto. Già ti ho detto mille volte che mi sento male e non si gioca con le aritmie. Devo andare a lavoro, sono di corsa, ora non posso restare. Sei impunita e vanesia perchè sai bene che poi mi fermo a bocca aperta a fissarti.
Roma, falla finita perfavore. Non sei affatto divertente.
(qualche giorno dopo....)
Ascoltami attentamente: io ho provato Tavor, Prozac e Xanax. Nessun effetto.
Ho tentato l'ipnosi ma il medico non c'è riuscito mentre tu ci riesci tutti i giorni a qualsiasi ora.
Ho provato ad ignorarti fallendo pateticamente.
Mi sono messa un paraocchi ma anche i cavalli ridevano di me.
Ho indossato i miei occhiali da sole, hai presente, quelli che metto quando non voglio contatti con nessuno, neppure con te ma sei riuscita a farmeli togliere.
Ho pensato a tutti i paesi che ho visitato e agli infiniti tramonti a cui ho assistito a bocca spalancata.
Mi sono concentrata sui colori dell’alba e sulla sua inconfondibile sfumatura dal colore freddo. Meravigliosa, non trovi?
Ecco, si, arrivo al punto: non puoi essere gelosa e arrabbiarti come il pavone che dal nulla ti regala 180 gradi di maestosità. No, non puoi.
Io sono tua, lo sai. Sono tua da sempre. Basta con queste scenate di gelosia!
Capisci? Non esisti solo tu. Io ho anche bisogno di meravigliarmi per tanto altro e tu sei di un’arroganza impareggiabile.
No, non dire che non lo fai apposta. Ti ci impegni proprio, a farmi prendere questi colpi.
Ora spiegami che bisogno c’è di essere sempre tanto irreale e solenne.
Piantala, Roma. Piantala.
- È prontooo! A tavolaaa!-
- Mammì, me manca la finestra de mezzo!-
- Sbrigati! Nonna ha fatto la parmigiana!-
- Scendo.-
Soffro di tachicardia e pressione bassa.
Non amo le sorprese.
Mi si stringe lo stomaco anche per cose di poco conto.
Soffro di attacchi di panico e vertigini. Mi conosci, lo sai bene, quindi, te lo ripeto, con tutta la calma che possiedo: se io cammino e sono sovrappensiero ( e non fare la vaga perché tu lo sai benissimo che io sono sempre sovrappensiero quando cammino) non posso avere continuamente l'ansia di svoltare un angolo qualsiasi e vederti apparire così, senza un minimo di preavviso.
Mi farai morire di crepacuore.
Roma, piantala. Una volta per tutte.
(...qualche giorno dopo....)
Mi hai rifatto lo scherzetto. Anche stavolta camminavo e ti sei accorta di quanto fossi distratta, vero? Ammettilo. Lo hai fatto apposta e ora ti immagino sorridere come una ragazzina dispettosa che sa che sarà perdonata ma non prenderci gusto. Già ti ho detto mille volte che mi sento male e non si gioca con le aritmie. Devo andare a lavoro, sono di corsa, ora non posso restare. Sei impunita e vanesia perchè sai bene che poi mi fermo a bocca aperta a fissarti.
Roma, falla finita perfavore. Non sei affatto divertente.
(qualche giorno dopo....)
Ascoltami attentamente: io ho provato Tavor, Prozac e Xanax. Nessun effetto.
Ho tentato l'ipnosi ma il medico non c'è riuscito mentre tu ci riesci tutti i giorni a qualsiasi ora.
Ho provato ad ignorarti fallendo pateticamente.
Mi sono messa un paraocchi ma anche i cavalli ridevano di me.
Ho indossato i miei occhiali da sole, hai presente, quelli che metto quando non voglio contatti con nessuno, neppure con te ma sei riuscita a farmeli togliere.
Ho pensato a tutti i paesi che ho visitato e agli infiniti tramonti a cui ho assistito a bocca spalancata.
Mi sono concentrata sui colori dell’alba e sulla sua inconfondibile sfumatura dal colore freddo. Meravigliosa, non trovi?
Ecco, si, arrivo al punto: non puoi essere gelosa e arrabbiarti come il pavone che dal nulla ti regala 180 gradi di maestosità. No, non puoi.
Io sono tua, lo sai. Sono tua da sempre. Basta con queste scenate di gelosia!
Capisci? Non esisti solo tu. Io ho anche bisogno di meravigliarmi per tanto altro e tu sei di un’arroganza impareggiabile.
No, non dire che non lo fai apposta. Ti ci impegni proprio, a farmi prendere questi colpi.
Ora spiegami che bisogno c’è di essere sempre tanto irreale e solenne.
Piantala, Roma. Piantala.
- È prontooo! A tavolaaa!-
- Mammì, me manca la finestra de mezzo!-
- Sbrigati! Nonna ha fatto la parmigiana!-
- Scendo.-
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