"(...)sopra le righe per ingannare. ma il tempo scorre e spacca la vita in due. più avrai sorriso, più avrai ingannato la morte. conti i giorni che mancano a qualcosa di straordinario senza viverti le onde di questo mare, senza sapere che qualcosa di stupefacente lo stai già assaporando. il non rendersene conto è profanazione, ingiuria che si paga.
le vene erano lacci lasciati a sgocciolare, essiccatisi dopo una manciata di ore, questa la punizione. via il sangue, via l'ossigeno. che resti a fare se non sai più giocare a campana. il sole ha un odore e ne sono pervasa seppur gli occhi siano due pozze d'acqua artica.
tu non mi credi e punti il dito sulle lacrime eppure senz'acqua non c'è vita e lascio il tuo deserto, per sempre, amore.
Rea, colpevole, dentro la parola amore. perché c'è sempre colpa, nell'intreccio di anime che hanno prediletto l'inevitabile dolore del mischiarsi senza proteggersi.
e non si muore solo una volta e non c'è solo una vita. ci si può disfare tutti i giorni e a tutte le albe rinascere scegliendo di vivere di più, di vivere meglio. Hai tante vite quanti sono i giorni della tua e se anche le ossa si dissolvono, resta il movimento di te nel vento e nella rugiada.
non me li ricordo troppo bene, né ricordo le loro storie nei minimi dettagli.
loro invece, stanno per andarsene lontanissimi e io inerme osservo e ricordo quando vivere era un gioco e l'incedere era sicuro e rumoroso. Ora in punta di piedi e incerta, percorro lentamente il cammino tracciato evitando ogni passo falso, sul filo dell' ignoto, sperando di non rompermi l'anima. Non sarò sola ma sarò disunita e voi m'aiuterete forti di verità che suoneranno come bugie bianche ma patetiche.
ma se avrò te, se i miei lacci s'annoderanno ai tuoi, se il cuore reggerà la nebbia, allora forse sarò salva e ricomincerò a mangiare vita, irriducibile vita.
Non siamo àncorati al terreno ma al cielo che non passa, che non finisce, che non perdona, se non vivi seriamente, buffamente. Sii goffo e bislacco. Sii oro e concime.
sono confusa e confusa è quest'inutile penna che finge di sapere ma sbaglia, sbaglia ogni sillaba e confusa è l'immaginazione e l'ispirazione rimaste ibernate per secoli contenuti in giorni tutti uguali, lunghi e densi tuttavia vuoti e scivolosi.
Ecco, dunque ora prometti che mai più sarà così e che il respiro si mischierà allo strepito di una risata.
Cenere volerà sulle onde del mare del sud e il cedimento ti sarà finalmente concesso. Fino ad allora solo capriòle sull’erba e melodia di calma. (...)"