Metro B. Conca D’oro.
Faccio il biglietto alla macchinetta, vado al tornello. Non passa. Il mio biglietto nuovo di zecca non viene accettato da nessun tornello. Nessuno.
Mi rivolgo ad uno sportello aperto, l'unico su 5. Non c'è manco l'ombra di un essere umano. Al microfono domando "c'è nessuno?". Il nulla. Si, il nulla come quello della Storia infinita. Il Nulla. Dopo 7 minuti circa si intravede un essere umano (neanche troppo umano, a dire il vero ma vabbè) che mastica una gomma con talmente tanta grazia che riesco a notare che non si è tolto le tonsille. Chiedo e mi fa " deve chiede a quello der tornello". Quello der tornello. Vado alla ricerca di "quello der tornello" ma ho il vuoto fisico e cerebrale attorno.
Eppure ecco che in un box buio intravedo una capoccia bassa dietro allo schermo di un pc acceso. Mi avvicino. Quello mi guarda e vi giuro che con gli occhi ha proprio detto "e mo tu che caxxo vuoi" quindi con fare gentile (benché se avessi potuto avrei già dato fuoco all'intera costruzione) mi avvicino al microfono e chiedo di aprire il tornello. Lui non capisce. Io ripeto. Lui non capisce. Io ripeto. Alla fine, dopo 3 minuti circa si decide a dirmi che il microfono è rotto. Lo capisco dal labiale. Immagino abbia l'accompagno quindi non me la prendo troppo. Stringo i denti. Vado alla porta del box. Mi aprirà per sentire cosa voglio, no? No. Non mi apre. Rimane al pc perché forse sta chattando con pisellinasexypussypussy80 ed io gli sto rompendo i coglioni. Capisco. Fatto sta che non apre. Comunichiamo a gesti. Incredibilmente capisce dopo buoni 8 minuti che deve alzare il suo dito indice, riabbassarlo sul pulsante, premere leggermente e come per magia il tornello si aprirà. È un'azione che richiede molta forza d'animo e lui mi fa pesare la sua fatica immonda con tutto l'astio del mondo. Lo lascio a pisellinasexypussypussy80 e vado finalmente in metro. Dai, il peggio è passato. Dopotutto ora posso godere della pulizia del vagone: accanto a me, a terra, un pannolino aperto sporco di cacca. Che tenerezza.
Esco dal lavoro. Mi reco alla metro come quando al liceo mi recavo alla lavagna durante l'interrogazione di matematica: stessa enfasi. Però penso “vabbè dai, dopotutto stai tornando a casa, la giornata volge al termine, non hai fretta e prendendo la metro salvi il pianeta!” -Dicono-. Bene. Non voglio soffermarmi sulla logica delle indicazioni all'interno della metro, suvvìa, non voglio rovinarvi la serata. Avrei curiosità di conoscere sicuramente gli architetti e gli ingegneri che hanno partorito sta genialata ma non fa niente, non siamo troppo polemici, orsù. Stiamo salvando il pianeta!
Sulla banchina non credo di aver mai visto così tante persone in vita mia tutte insieme. Tutte lì a salvare il pianeta. Neppure l'ombra di una benché minima vigilanza. Ammassati, accartocciati, impauriti, diffidenti che io c'ho pure provato a spargere un paio di sorrisi. Meglio evitare. Da agorafobica e portatrice non-sana di panico faccio un bel respiro ( che per poco non vomito...) e mi dico "dai, ce la fai!". Me catapulto nella folla che manco ‘no stage diving. Eppure sento strani movimenti dietro di me e penso "il solito maniaco che si struscia. ..ora mi giro e via di gomitata in faccia". Invece no! Sempre a pensare male, voi! Una simpatica bambina che fruga nella mia busta. "Bimba" -le dico- "Non c'è bisogno che rubi. Se vuoi un grissino te lo do" e lei "fanculo stronza" e se ne va. Comprendo la delusione: pensava di trovare cellulare e portafogli. E mo che gli racconta ai genitori? "Mamma, papà, ho beccato l'unica poveraccia che se porta i grissini a lavoro, 'n potete capì che sfiga. Na giornataccia. Speriamo mejo domani, che ve devo dì...".
Uh toh, arriva il carro bestiame! Si torna a casa! No. Non si aprono le porte tanto è pieno. Riparte. Uh toh! arriva il secondo! Si va a casa! No. Non si apre neppure il secondo. La gente batte sui vetri e penso che la numerazione dei mondi - primo secondo e terzo- va rivista seriamente. Uh toh! Arriva il terzo carro bestiame! Si apre, la gente esce tipo blob ed io decido, dopo 3 carri e 40 minuti di attesa, di infilarmi tra aliti variopinti, gomiti nella milza, ascelle decisamente affaticate e oggetti non ben identificati che spingono da dietro puntualmente altezza natiche. Oh aspettate, mo vabbè che vabbè ma non scordiamoci che siamo tutti qui per salvare il pianeta, eh. La macchina non va presa. La macchina inquina. Salviamo il pianeta.
Tu no. Tu muori.
Di crepacuore, di puzza, di intestini pigri che si palesano silenziosi, di capocciate contro il box di quello der tornello ma sticazzi. Non importa di che muori ma muori. Il pianeta è salvo. Intanto gli schermi accesi in metro mandano a ruota pubblicità inutili col volume a palla quando credo che, se proprio vogliamo trovare un qualcosa di positivo, si potrebbe pensare ad un tipo di comunicazione diversa: una musica, delle immagini, un contenuto ad alto impatto, indicazioni per i turisti e per i romani. No, niente. Te devi vedé Jo Squillo alla sfilata di moda su t9 o la pubblicità degli assorbenti oppure il comune di Roma che scrive quanto sono fighi i suoi servizi al pubblico. Ma sti schermi non inquinano? Sono essenziali? Ma non siamo tutti qui per salvare il pianeta? Ma non si possono togliere? A cosa servono? A rincoglionirti. Ecco a cosa servono. Torni dal lavoro, sei distrutto, te fiondi nel blob e come 'n cojone te fissi a guardare la prima cosa che passano su quegli schermi, a ruota. Ipnotizzato vieni catturato da quelle immagini e tornando a casa ti ricorderai che dopotutto quasi quasi gli assorbenti te servono quindi passi a comprarli e magari stasera Jo Squillo te la vedi in tv perchè "un programma scemo mi serve per svuotare la testa" e dopotutto quella campagna del comune di Roma mi ricorda che è pur sempre 'na gran bella città....massiddaimachecefregacèdepeggio. E che te frega pure se sono passati 4 carri bestiame, dai. C’hai fretta? C’hai una vita?
Tanto nessuno farà mai niente quindi perché ti devi ribellare proprio tu? Aspettiamo l'artri, poi casomai ci uniamo a loro. Che poi è da vedé perché se c'ho la partita o il gfvip te dico fermate. A me un programma scemo me serve pe' svuotà la testa. La rivoluzione può aspettà.
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